11 February 2017

Corriere Quotidiano – Tre anni dopo il fango riapre il Parco di Sibari

Riapre il Parco archeologico di Sibari. Inaugurazione Sabato 11 febbraio, ore 15, tutto pronto per la tanto attesa riapertura del Parco Archeologico di Sibari. “Questa e’ la primavera di Sibari, dopo l’esondazione del Crati, avvenuta il 18 gennaio del 2013, quando qui non esisteva piu’ niente”. E’ raggiante il sindaco di Cassano Ionio, Gianni Papasso, alla cerimonia di inaugurazione del parco archeologico di Sibari, che riapre al pubblico dopo una terribile stagione di fango e distruzione. “Ricordo che qui c’era un grande lago – fango e acqua avevano coperto tanta storia e tanta bellezza. Ma abbiamo lavorato sodo, Comune, Provincia, Regione e Governo, e anche tante istituzioni e associazioni locali. Alla fine, eccoci alla primavera di Sibari”. Il Parco archeologico della Sibaritide e’ uno dei piu’ importanti dell’Italia meridionale e tra i piu’ vasti in Europa, con la sua estensione di circa 500 ettari. Dal giorno della terribile alluvione, sono stati sette gli interventi che hanno consentito il recupero e la valorizzazione dell’area, che e’ stata finalmente messa in sicurezza da eventi come quello che l’hanno colpita. Rilevanti gli interventi funzionali, come la realizzazione di trincee drenanti che consentono adesso il controllo del deflusso delle acque piovane. “Lavori importanti, durati due anni, durante i quali son stati spesi 18 milioni di euro”, come ricorda Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo, che e’ intervenuta all’inaugurazione. “Questo parco meritava di ritornare alla bellezza originaria e per questo siamo molto soddisfatti e siamo convinti che debba essere un attrattore culturale e soprattutto turistico”, perche’, ha detto ancora Dorina Bianchi, “l’industria creativa-culturale rappresenta un’opportunita’ unica per i nostri giovani”. Presto il museo di Sibari ospitera’ anche un percorso multimediale e sensoriale che sara’ in grado di far avvicinare i visitatori con piu’ facilita’ alle opere del museo, che e’ stato anche arricchito di nuove opere, adesso finalmente esposte e che finora erano rimaste nei magazzini. Parte integrante e organica del museo e’ anche il nuovo deposito reperti, con il quale si e’ concretizzata la possibilita’ di rendere il Polo museale di Sibari un moderno centro di studi dedicato alla conservazione e alla catalogazione, oltre che ad accogliere le attivita’ relative ai laboratori didattici. Ma e’ stata anche avviata la realizzazione di sistemi di illuminazione scenografica per la visita notturna del parco e si procedera’ alla rivisitazione dei punti informativi, con la predisposizione di installazioni virtuali. “Questo e’ un inizio, non la fine di un percorso”, tiene pero’ a precisare il sindaco di Cassano. “Restituiamo al mondo intero un patrimonio che appartiene all’intera umanita’, ma chiediamo anche impegni per continuare la campagna di scavi e poter valorizzare sempre di piu’ Sibari e il suo museo”, ha detto Papasso. Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. “E’ una bella giornata per Sibari e per la Calabria, perche’ qui c’e’ un sito archeologico eccellente che merita di essere valorizzato, – ha detto Oliverio – perche’ la nostra terra attraverso realta’ che hanno una proiezione internazionale, puo’ diventare piu’ attrattiva. Da quelle ore di sofferenza, quando il fango copri’ il parco archeologico di Sibari, e’ partito un percorso che ci ha portato a questa bella giornata – ha detto ancora Oliverio – e io credo che il percorso della Magna Graecia, partendo da Sibari e passando per Crotone e per Locri, fino ad arrivare a Reggio Calabria, debba diventare un grande attrattore per la nostra regione. Soprattutto, deve essere valorizzato perche’ i nostri ragazzi devono recuperare l’orgoglio di appartenere a questa terra, che ha un patrimonio culturale inestimabile, quello della Magna Graecia, che non e’ delocalizzabile: e’ un patrimonio che solo in Calabria puo’ essere vissuto e incontrato”.

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