Il Teatro Petruzzelli di Bari è il quarto più grande d’Italia, un modello di eleganza nelle linee architettoniche e negli interni ispirati alle tendenze del primo ‘900. Quasi distrutto da un incendio doloso nel 1991, la sua ricostruzione ha assunto un valore che superava il semplice restauro di un edificio. Nel 2009, dopo ben 17 […]
[...]Scopri di piùIl Teatro Petruzzelli di Bari è il quarto più grande d’Italia, un modello di eleganza nelle linee architettoniche e negli interni ispirati alle tendenze del primo ‘900.
Quasi distrutto da un incendio doloso nel 1991, la sua ricostruzione ha assunto un valore che superava il semplice restauro di un edificio.
Nel 2009, dopo ben 17 anni, i lavori finalmente sono terminati e il Petruzzelli è stato riconsegnato ai cittadini baresi. Ci sono voluti tre appalti diversi per procedere al restauro, e solo nel 2007 l’ultimo appalto ha aggiudicato a Cobar i lavori per la ricostruzione del corpo principale del teatro.
La ricostruzione del Teatro è apparsa già dai primi tempi abbastanza complessa, sia per l’assenza di un’adeguata copertura assicurativa, sia per essere di proprietà di privati. Nel 1994 lo Stato stanziò circa 2 milioni di euro direttamente ai proprietari, per la rimozione delle macerie, per la messa in sicurezza e per la ricostruzione delle coperture. Queste opere terminarono nel 1998. Nel 2003 lo Stato stanziò altri 10 milioni di euro affidando la gestione alla Soprintendenza Regionale e a seguito di gara d’appalto, l’impresa esecutrice le prime opere per conto della proprietà, procedette con il recupero del foyer, che risultava essere la zona meno danneggiata poiché non soggetta alle fiamme, ma deteriorata dall’estremo calore e dai fumi generati dall’incendio.
Nel 2007, a seguito di gara d’appalto vennero aggiudicati i lavori di completamento per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli.
Quello che ha reso particolarmente interessante il cantiere è stata la compresenza di problematiche peculiari dei cantieri di restauro con quelle legate agli aspetti tecnologici che un teatro di grandi dimensioni presenta. Tali complessità si sono amplificate difronte ad una tempistica ristretta per l’esecuzione dei lavori, ovvero 18 mesi. Durante l’esecuzione dei lavori è stato attrezzato un laboratorio di circa 2000 mq dove hanno operato una trentina di restauratori, scultori e decoratori che hanno ricostruito tutto l’apparato decorativo in parte rimosso durante precedenti restauri ed in parte distrutto dall’incendio.
L’apparato decorativo che ornava l’interno del Teatro Petruzzelli è caratterizzato da una serie di sculture, bassorilievi ed altorilievi realizzati con tecniche differenti, ovvero, decori in stucco, cartapesta, dipinti su intonaco, dipinti ad olio su tela e decorazioni in legno. Tale patrimonio era stato già modificato, ed in parte perso, durante i lavori di restauro che hanno preceduto l’incendio.
In occasione dell’ultimo intervento di restauro del teatro, si è proceduto con un’attenta ricostruzione delle decorazioni interne. I reperti delle decorazioni in stucco hanno costituito una preziosa fonte di informazioni sulle caratteristiche delle decorazioni perdute, per le quali si è proceduto in primis mediante l’analisi della documentazione fotografica storica, e successivamente, mediante programmi di fotogrammetria e raddrizzamento, è stato possibile ottenere un accuratissimo rilievo in scala della decorazione esistente.
Poiché la ricostruzione e il restauro dell’apparato decorativo sarebbe dovuto andare di pari passo con l’avanzamento generale dei lavori è stato necessario procedere con tecniche innovative e conformi alla rapidità di esecuzione dei lavori. Tale ricostruzione comprende circa centocinquanta elementi molto complessi e ricchi, come la trave di proscenio, il gruppo scultoreo della stessa trave, il vomitorio e la cupola con i suoi modiglioni e tori con fogliame. La grande maggioranza degli elementi è ripartita in tutte le aree del teatro, pertanto sono stati modellati parecchie migliaia di elementi; un lavoro complesso che ha lo scopo di armonizzare tante unità, rendendole omogenee ed armoniche.
Un lavoro meticoloso è stato eseguito per il fastigio presente sull’arco di proscenio, realizzato, illo tempore, dal Duretti: la sua riproduzione è avvenuta fedelmente mantenendo anche le sue proporzioni originarie.
La cupola era originariamente dipinta dall’Armenise, ma non potendo recuperare l’affresco, questa è stata ricostruita e dipinta di color ocra tenue, in tono con le restanti parti della sala, in modo da poter proiettare su di essa il dipinto originario diviso in quattro lunette, così come si presentava una volta.
L’attenta ricostruzione del modellato interno, riproposta nella sua forma originaria, ha permesso così di restituire l’atmosfera inconfondibile del Teatro Petruzzelli.
Per quanto premesso, ed in particolare in relazione alla funzione rappresentativa del Teatro Petruzzelli per la città di Bari, l’obiettivo principale del progetto è stato la conservazione “dell’identità” architettonica dell’edificio, intendendo per questa gli elementi fondamentali della sua riconoscibilità e cioè le spazialità della cavea e del foyer ed i relativi apparati decorativi. Sia nel recupero che nelle indispensabili trasformazioni di adeguamento funzionale alle necessità di una moderna e produttiva struttura teatrale, il progetto architettonico è stato articolato intorno a due temi fondamentali: la conservazione del monumento e delle sue qualità spaziali e materiali; l’integrazione delle parti incomplete o destinate ad accogliere nuove funzioni, nel rispetto dei criteri d’impostazione dell’impianto originario e di adeguamento agli standards di sicurezza.
Gli interventi hanno riguardato il consolidamento delle strutture portanti, la sostituzione e il ripristino degli elementi strutturali danneggiati o distrutti. In particolare, la ricostruzione delle copertura della platea e del palcoscenico completamente distrutti, i consolidamenti, le sostituzioni e i ripristini degli orizzontamenti intermedi e di copertura, il consolidamento, il distacco e la catalogazione dei reperti dell’apparato decorativo in tutta la sala, la demolizione e la successiva ricostruzione delle parti strutturali non più recuperabili, il consolidamento degli elementi portanti verticali così come, la bonifica delle murature e di parte dei cornicioni sul perimetro esterno scompaginati dai crolli. Inoltre, la ristrutturazione ha coinvolto i prospetti esterni dove si è agito sulla microscagliatura e sulle macchie causate dall’umidità di risalita del basamento lapideo, sui cornicioni di aggetto rovinati per via dell’ossidazione della struttura metallica portante e sugli intonaci.
Nelle aree da rifunzionalizzare, il progetto ha previsto nuovi inserimenti architettonici, sia di tipo puntuale (guardaroba, biglietteria, bar, ingresso addetti) che estesi (apparato scenico). Assolutamente riconoscibili nel loro aspetto “contemporaneo”, essi sono stati affrontati secondo criteri di leggerezza, reversibilità, innovazione tecnologica, con inserimenti discreti all’interno del corpo di fabbrica riportato agli antichi splendori.
Anche l’adeguamento alle norme di sicurezza vigenti ha rappresentato un aspetto rilevante dell’intervento di rifunzionalizzazione del teatro: è stato necessario prevedere l’inserimento di nuove scale di sicurezza per il deflusso degli spettatori dalla sala (opportunamente collocate nel rispetto del razionale e simmetrico schema distributivo che caratterizza l’impianto) e l’adeguamento di vani scala preesistenti nella zona dei camerini e a cavallo tra la sala e l’area scenica. Una strategia distributiva che, attraverso passaggi di servizio filtrati, collega tra loro tutte le scale di sicurezza, garantendo agli spettatori un sistema di vie di fuga assolutamente sicuro, di comoda percorrenza e di facile individuazione.
Particolare attenzione è stata inoltre dedicata al problema del superamento delle barriere architettoniche: la meccanizzazione dei collegamenti verticali nei punti nodali del percorso consente ai portatori di handicap la più completa e comoda accessibilità in qualsiasi area dell’edificio teatrale, compresi gli spazi tecnici destinati agli addetti quali palcoscenico e camerini. Il tutto, utilizzando tecniche di restauro innovative e utilizzando materiali il più possibile aderenti a quelli originali. Una restituzione del “dov’era, com’era”, che trova ragione in un restauro conservativo e necessario come questo.