I crolli ora sono solo il ricordo di una stagione molto difficile. La bicromia originaria è stata recuperata e restituisce il vero volto della Reggia di Caserta, diventando il simbolo ben visibile delle ambizioni di riscatto. Sono ufficialmente terminati i lavori di restauro delle facciate esterne e interne di Palazzo Reale, finanziati con 22 milioni di euro di fondi europei. Oggi sarà presentato il risultato finale in conferenza stampa alle 12 al Teatro di Corte, alla presenza del direttore Mauro Felicori e del sovrintendente alle Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, Salvatore Buonomo. A distanza di 4 anni dai primi cedimenti, che portarono a transennare tutta l’area a tutela della pubblica incolumità, i ponteggi sono stati smontati, le gabbie eliminate lungo tutto il perimetro, cortili compresi. Proprio questi interventi sono finiti però di recente nel mirino della magistratura, che ha avviato un’inchiesta, in fase embrionale, sui tre lotti di opere affidati a diverse imprese. Dal 2012 ad oggi il monumento vanvitelliano ha comunque cambiato totalmente faccia. Dal dopoguerra non si era mai intervenuti in maniera così organica. Negli anni scorsi anche l’immmagine architettonica era in decadenza, tra auto nei cortili e quel nero delle incrostazioni a fare da biglietto da visita per chi ammirava il sito Unesco. Ad aggravare la situazione ci si era messo anche lo stop alle manutenzioni seguito alla riforma della governance, con la nascita del polo museale napoletano fino ad arrivare alla conquista dell’autonomia. I lavori di restauro sono durati complessivamente 2 anni e mezzo e hanno riguardato una superficie di circa 74mila metri quadrati. Sono stati divisi in tre lotti: il primo e il secondo affidato a «Research Consorzio Stabile» con sede a Napoli, il terzo al consorzio Integra e alle società Cmsa, Cobar, Tecno In, Dismat, Piacenti. La direzione degli interventi è stata affidata all’architetto Flavia Belardelli. L’equipe dei geologi è stata coordinata dal professor Maurizio de Gennaro e ha effettuato la mappatura delle «disconnessioni del materiale lapideo» su un campione della facciata, individuando un grado di «suscettibilità» al distacco classificato in tre livelli di rischio: medio alto, alto e molto alto. La causa principale dei distacchi di porzioni di pietra dalle facciate è stata indicata nell’ossidazione degli antichi ancoraggi in ferro, dovuta all’infiltrazione di acqua e favorita dalla crescita di erbe infestanti negli sporti delle cornici. Ora si volta pagina. E oggi per l’occasione verrà presentata una video-brochure che racconta la storia del cantiere. Intanto Caserta ha partecipato nei giorni scorsi al Castello di Chambord, nella valle della Loira, al meeting annuale dell’Associazione delle residenze reali europee per condividere esperienze in materia di promozione culturale e conservazione del patrimonio artistico. Il tema era «L’organizzazione di eventi e iniziative promozionali nelle Residenze Reali». Per il monumento vanvitelliano è intervenuto il responsabile del marketing, Vincenzo Mazzarella, che ha illustrato l’accordo sottoscritto tra la Reggia e il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, esempio di recupero e gestione innovativa dei spazi museali. L’accordo, teso a creare una stretta cooperazione tra beni culturali ed eccellenze agroalimentari, è il primo del genere in Italia, frutto della riforma Franceschini. Domani invece il Palazzo Reale si illuminerà di arancione nell’ambito della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La città di Caserta ha aderito alla campagna promossa dall’Onu, che comprende una serie di iniziative, in collaborazione tra Comune e l’associazione «Spazio Donna». Alle 11 in piazza Vanvitelli il raduno dei partecipanti e alle 12 saranno disseminate scarpe rosse ovunque in memoria delle vittime di femminicidio. In serata la suggestiva e simbolica cerimonia di illuminazione della facciata del monumento.