Abbiamo il giusto mix per un cantiere di successo. Il punto di sutura tra gli attori coinvolti è la competenza: le aziende con un carattere di spiccata capacità, consolidatasi in anni di pratica, e senza trascurare l’apporto delle macchine adeguate. Siamo in Puglia. In quello definito come cantiere FAL: un progetto che riguarda la “Realizzazione degli interventi stradali per l’eliminazione delle interferenze della linea ferroviaria Bari – Altamura – Matera con la viabilità urbana all’interno della città di Bari” affidato a Cobar SpA. L’intervento risulta strategico sia dal punto vista del potenziamento della linea ferroviaria, tenuto conto che su questa tratta vengono trasportati oltre 4.500 passeggeri/giorno, sia dal punto di vista del miglioramento dell’accessibilità al Policlinico di Bari che beneficerà, grazie alla omonima fermata ferroviaria esistente, della accresciuta capacità di trasporto ma anche della fluidificazione della circolazione stradale ottenuta mediante la soppressione del passaggi a livello di via delle Murge e la realizzazione di adeguata viabilità sostitutiva.
Gli interventi previsti nel progetto generale sono stati separati in due macrogruppi: quelli sul tracciato ferroviario, che comprendono il potenziamento della linea dalla stazione di Bari Policlinico alla nuova fermata di Bari S. Andrea, e quelli (di cui qui parleremo) relativi ai tracciati stradali, di razionalizzazione
e integrazione della rete stradale prossima alla linea ferroviaria, necessari a seguito della eliminazione dei passaggi a livello suddetti, anche a titolo compensativo. Saranno create quattro nuove rotatorie e un sottopasso ciclo-pedonale connesso a 2,6 km di percorso ciclabile per un investimento complessivo 18 milioni di euro.
La fase attuale
Il cantiere FAL è nato, innanzitutto, per creare una prima zona di raddoppio ferroviario. L’intento era il raddoppio di tutta la linea da Matera a Bari, per cercare di arrivare all’obiettivo di percorrere in un’ora la tratta Matera – Bari. La prima fase dei lavori si è concentrata sul raddoppio ferroviario, per la parte che interessa Bari, vale a dire il tratto, di circa 3 km, che dalla stazione di Bari Scalo arriva sino alla stazione di S. Andrea. E questa è un’opera già completata. È invece ancora attivo il cantiere per il lotto che comprende gli interventi necessari per la eliminazione delle interferenze con la viabilità urbana, vale a dire la soppressione di due passaggi a livello (uno è quello di via delle Murge e, l’altro, quello di Strada S. Caterina, che frazionano letteralmente la città di Bari in due aree). Uno dei due passaggi livelli viene
“eliminato” con una variante by-pass e, l’altro, quello in zona S. Caterina, per mezzo della costruzione di un cavalcavia. Si avrà così il beneficio di andare a riconnettere due grandi aree cittadine con il centro di Bari, evitando le stranote problematiche prodotte dai passaggi a livello in questione.
«In questo momento – ci dice il geometra Giuseppe Festa, della Cobar, Capocommessa dell’intervento FAL Policlinico – FAL Sant’Andrea – i lavori della “zona 3” del cantiere, vale a dire l’eliminazione del passaggio a livello di S. Caterina sono fermi. Stiamo lavorando, invece, sull’altro versante: quello che collega il quartier di Poggio Franco con il centro cittadino.»
A originare il progetto è stata anche l’unione di due necessità: quella di FAL di raddoppiare la ferrovia (e, tra l’altro, togliendosi gli oneri della gestione di un passaggio a livello) e quella di collegare la città di Bari su due fronti. E così, con un accordo tra Regione Puglia (Ente finanziatore), Comune di Bari e Ferrovie Appulo Lucane, si è deciso di rendere unico soggetto attuatore dell’intervento le Ferrovie Appulo Lucane.
L’azienda Cobar, di Altamura (BA), è risultata l’aggiudicataria di quest’opera e ora si sta occupando, dal 2018, del cantiere. Apertosi con la parte ferroviaria (già realizzata), dal settembre 2021 si sono avviati i lavori, tutt’ora in corso, per la realizzazione della parte relativa all’intervento stradale.
La parte stradale prevede la creazione di tre nuove rotatorie in punti nevralgici, cioè laddove c’è la zona di arrivo di un grosso flusso di traffico automobilistico (in particolare, al mattino, a metà giornata e nel tardo pomeriggio). Lo scopo di questo intervento è quello di fluidificare, quanto più possibile, tutti gli innesti da Bari, soprattutto dalla terza mediana (che taglia di netto la città collegando la zona Sud e la zona Est) e dall’asse Nord-Sud. Si costruirà un rondò nella zona di Santa Fara che, permettendo di immettersi direttamente sulla terza mediana, andrà a fluidificare notevolmente il traffico su via Solarini e sua viale Giovanni XXIII. Attualmente, precisa il geometra Festa, «con l’intervento stradale siamo al 30% dei lavori compiuti. Si presume di riuscire a concluderlo nel primo semestre del 2023. Siamo in attesa, nel mentre, che ci venga consegnata un’altra piccola zona ferroviaria, che riguarda l’abitato di Modugno, dove c’è una
stazione di interscambio (Fermata di Bari S. Andrea), laddove si potrà creare anche un interscambio tra RFI e FAL.» La nuova fermata Bari Sant’Andrea renderà possibile, in effetti, uno scambio intermodale gomma ferrovie per tutti quanti i passeggeri delle FAL. L’utilizzatore potrà scendere da un treno FAL ed entrare in un treno RFI e viceversa. Chi arriva da fuori città, anziché entrare in Bari, potrebbe comodamente servirsi di questo breve tratto ferroviario come se fosse una sorta di metropolitana, evitando il traffico cittadino
e arrivando direttamente nel cuore della città.
Il geometra Festa, della Cobar, sottolinea anche, a chiusura della nostra conversazione, che il cantiere FAL è, sì, un normale cantiere cittadino, ma aperto in una zona fortemente interessata dal traffico veicolare: «Bisogna quindi lavorare con tutte le massime accortezze possibili, anche perché, a parte piccoli tratti di collegamento in zone vergini, ci stiamo inserendo all’interno di un contesto fortemente
urbanizzato.»
Le macchine e le competenze
In cantiere, Cobar impiega dieci persone e otto mezzi operativi, tra sollevatori telescopici, minipale, escavatori, motrici, e, in questo momento, sono attive tre società subappaltatrici che coadiuvano il lavoro. Quando, in apertura di articolo, parlavamo di giusto mix, facevamo riferimento alle competenze di Cobar e all’efficacia dei mezzi impiegati nel cantiere FAL. Competenze e macchine che, mutuamente, si “richiamano”, favorendo una condizione di eccellenza che regge e ordina la complessità dei lavori. Tra i
mezzi presenti in cantiere, acquistati da Cobar dall’azienda Caldarola, di Matera, (distributrice di macchinari Bobcat), una minipala gommata Bobcat S850 e un sollevatore telescopico, anch’esso a marchio Bobcat, TR60-250, con argano da 6 t. Il sollevatore Bobcat TR60.250 è un telescopico rotativo, con altezza di sollevamento massima, a stabilizzatori del tutto estesi, di 25 m. Al fine di garantire una maggiore stabilità e flessibilità durante le manovre, è dotato di stabilizzatori a forbice, che si rivelano la soluzione indicata per lavorare in spazi ristretti. Il rotativo TR60.250 è compatibile con numerosi
accessori, grazie anche al sistema RFID che permette il loro riconoscimento in automatico (con la creazione delle tabelle di carico corrispondenti).
L’altra protagonista del cantiere è la già citata S850: la pala compatta più grande di Bobcat. Servendosene, si può disporre di un mezzo in cui design, equilibrio e distribuzione dei pesi sono perfezionati, per fornire più potenza utile, elevate forze di strappo e tempi di ciclo rapidi. Quando non trasporta carichi, la S850 ha una distribuzione dei pesi del 70% al posteriore e del 30% all’anteriore: distribuzione congeniale per svoltare in modo facile ed equilibrato garantendo le prestazioni ideali.
350 lavoratori assunti, 70 tecnici, e molti professionisti esterni
La Cobar, azienda di Altamura, in provincia di Bari, fondata da Vito Matteo Barozzi, ha sviluppato la propria attività specializzandosi nella progettazione e realizzazione di opere edili pubbliche e private (strutture civili, industriali, turistiche, commerciali, prefabbricate, ecc.), di opere di restauro e manutenzione di beni mobili e di beni immobili monumentali (chiese, santuari, monasteri, palazzi storici, ecc.) sottoposti a tutela ai sensi delle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali; progettazione, installazione, manutenzione ed assistenza di impianti tecnologici (impianti elettrici, termici, di condizionamento, idrico-sanitario, antincendio ecc.) per opere civili, industriali, turistiche e commerciali.
La società è principalmente impegnata in appalti pubblici e privati, per la progettazione e la realizzazione di opere di restauro e risanamento conservativo di beni mobili e di beni immobili monumentali (teatri, chiese, santuari, monasteri, palazzi storici, ecc.), ad alto valore storico e artistico, sottoposti a tutela ai sensi delle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali. Si occupa anche di lavori stradali.
L’azienda, che vanta più di 350 lavoratori assunti, 70 tecnici, e si avvale di molti professionisti esterni, ha contribuito al restauro di alcuni importanti edifici che rappresentano pezzi di storia dell’architettura italiana. Tra di essi, il Colosseo ed il Palazzo Reale di Caserta .
Articolo su LeStrade